giovedì 26 febbraio 2009

il profumo della vita


«Non bisogna mai sperare in niente.
La speranza è una cosa orrenda, inventata dai partiti per tener buoni i suoi iscritti»

(Pier Paolo Pasolini, 1975)

martedì 24 febbraio 2009

abate cruento


Svegliarsi in piena notte per il mal di testa non è proprio da tutti. Così come sognare di svegliarsi agitati dopo un brutto sogno e scoprire che si sta ancora dormendo, essere svegliati ancora da qualcuno in sogno e infine svegliarsi sul serio. Forse.

domenica 22 febbraio 2009

vedo la gente morta


Il mio sesto senso nei confronti di chi mi circonda, soprattutto se è qualcuno d'importante, è praticamente infallibile. Così, quando il presentimento col quale mi sono alzato stamattina ha avuto conferma due ore dopo, non mi sono meravigliato più di tanto. Scopro persino in questo momento di aver azzeccato il tragico risultato sanremese (bel festival eh, peccato ci fossero le canzoni...). Eppure quando si tratta di me non ci prendo mai: quando si dice il culo. Tento il superenalotto?

mercoledì 18 febbraio 2009

l'ora x


È riuscito a sbagliare argomenti, tempi, ritmi e intonazione. No, non è Povia, è Veltroni. Ma come, si dimette mentre c'è Sanremo? Già i media lo scacano abitualmente abbioccati, figuriamoci in questi giorni! Ma non bastava, no, doppio salto carpiato: si dimette il giorno in cui l'avvocato di Al Cafone viene condannato mentre il suo cliente se ne esce candido come un giglio nel vituperio generale (Italia esclusa, of course). Con un colpo di genio si è ficcato tra la Zanicchi (che, in quanto donna in un paese di puttanieri, non può parlare di sesso) e la vergogna reiterata del lodo Alfano. Oscurato da Sanremo, ha oscurato lo sdegno per lo psiconano. Un ultimo regalo, neanche nei migliori sketch di Corrado Guzzanti. Mastigrancazzi.

P.S.: se Mina avesse cantato Ti voglio senza amore forse avrebbe vinto. E forse l'avrebbe pure meritato.

domenica 15 febbraio 2009

scheggia di venarìa (o sarà venària?)


Gerico: Scusi, dov'è la chiesa?
Custode: Convogliate a nozze?
Dantès: Officia lei?
Custode: Ah no, io questa responsabilità non me la prendo!

(grazie per la magnifica serata a R. e D. e P.)

mercoledì 11 febbraio 2009

scusate il ritardo



La prima cosa che ho pensato dopo i primi cinque minuti della versione televisiva di
Romanzo criminale è stata «Sì, ma Le freak è uscita un anno dopo e, all'epoca, non fu neanche 'sto gran successo». Poi però la mia follia per i dettagli ha lasciato il posto al coinvolgimento per la storia. E non è solo perché gli attori sono quasi tutti di livello superiore alla media e perfettamente calati nei personaggi. Non è soltanto perché la sceneggiatura è scritta bene ed evita quasi tutte le carinerie e le situazioni telefonate della tv. Qui si mischia storia e Storia senza fare puttanate, si respira quel periodo, si ricordano episodi che il vuoto collettivo vorrebbe rimuovere (a cominciare dall'assurda morte di Giorgiana Masi) mentre un Cossiga mai nominato e mai macchietta si muove nell'ombra e il compromesso storico sta per essere stroncato dal rapimento Moro. Una bella lezione su quegli anni insomma, ma naturalmente troppo reale, troppo violenta, troppo diretta, troppo adulta, per trovare posto in prima serata nelle sei tv in chiaro di quello psicopatico di Al Cafone. Ma vi ricordate quando dicevano che il cattivo era Rupert Murdoch?

martedì 10 febbraio 2009

testamento biologico


«Che la morte ci trovi vivi»

(Marcello Marchesi)

lunedì 9 febbraio 2009

le ultime parole famose


Se non fosse che nel calderone ci ha schiaffato ingiustamente anche Faziofabio, verrebbe voglia di sottoscrivere in pieno l'articolo di Edmondo Berselli pubblicato dall'Espresso. Dell'autoindulgenza di cui si parla è purtroppo imbevuto anche Ex, commedia carina ma vagamente innocua che gioca con il cinismo e la misoginia salvo poi concludersi in un'insopportabile volemose bene collettivo. Tra i 1200 attori più o meno famosi che fanno parte del cast, spiccano Enzo Salvi, che appare per pochi secondi e a cui è affidata una (giuro!) delle battute più scorrette e divertenti, e Claudio Bisio, cui tocca la parte triste e malinconica del film. Ed è proprio il finale della sua storia, per quanto melassoso, che vorrei fosse il mio. Insomma, diciamocelo, mi scoccerebbe proprio parecchio morire oggi senza sapere come finisce il libro che sto leggendo: c'è un volontario che abbia voglia di declamare davanti a un'urna funeraria le ultime 40 pagine di Madame Bovary?

giovedì 5 febbraio 2009

puoi stare zitto?


«Molta gente è cosciente del vuoto,
ma pochi hanno il fegato di vederci la disperazione»
(Revolutionary road, Sam Mendes)

Michael Shannon, candidato agli Oscar come miglior attore non protagonista, è il figlio di Kathy Bates (meritava anche lei) che, devastato dagli elettroshock, in realtà capisce tutto meglio degli altri e pronuncia questa frase di cui è impossibile non prendere nota. Bella ricostruzione storica, voglia di leggere il romanzo, fotografia ingiustamente dimenticata dalla Academy, grande scena post-finale, DiCaprio che brandeggiando dà il meglio di sé, Kate Winslet perfetta in ogni dettaglio ricrescita scura compresa. Emoziona, ma cercavo lacrime che non sono venute. Porco cazzo, sentimentalmente sto diventando un cactus.

martedì 3 febbraio 2009

sospendere l'alimentazione


lunedì 2 febbraio 2009

pessimismo e fastidio


Sono lì a rimuginare sul film appena visto il cui ultimo quarto d'ora per quanto telefonato è una coltellata al cuore (Il bambino col pigiama a righe), guardo Beep Beep seduta di fronte a me e penso che se non mi avesse prosciugato ogni sentimento starei ancora perso nei suoi occhi, mi sorprendo di come mangio bene in questo piccolo bar cui non avrei dato un soldo, insomma tutto scorre più o meno liscio in questa serata di neve finché qualcosa non mi disturba pesantemente. I due che hanno finito di strapazzare qualche vecchio standard rock prima che arrivassimo, stanno ora sfracellando a colpi di parole le ovaie della ragazza del chitarrista: argomento, la politica. Colpa di lei, essere «una ragazzina che ci crede ancora». La trattano come fosse una bambina, avranno al massimo cinque anni di più. Vorrebbero fare gli anarchici, sembrano vecchietti intervistati da studioaperto, manca solo che dicano «È tutto un magna magna». Mi viene su come un rutto l'idea che sia anche colpa loro se prospera lo psiconano, se la sinistra se ne va affanculo, se questo paese non riesce a essere normale. Un giorno lo capiranno, probabilmente guardandosi allo specchio – lo sputo appena trattenuto – qualche minuto prima di andare a lavorare per il nuovo ducetto di turno.