martedì 20 aprile 2010

dantès contro il vulcano


Il tempo di prendere un caffè, cisposo e in maglietta davanti al sito di Repubblica, per capire che in un'ora avrei dovuto fare doccia, valigia, richiesta rimborso, biglietto del treno e via verso la stazione. Eyjafjallajökull alla fine ha vinto il girone di andata; sul ritorno sono fiducioso, farò pollice verso in faccia al vulcano, nessuno mi multerà, nessuno mi schiaffeggerà, basta non sbagliare curva. In treno cerco inutilmente di capire che film guarda la ragazza accanto, quella di fronte disegna su un volumone di Vogue (matita su patinato? e perché non tentare di cancellare l'evidenziatore con la gommapane?). Dietro, un Mastrolindo versione regista cerca un montatore per telefono: avete mai provato a cercare un idraulico di domenica? ecco, uguale. Intanto Lethem scorre via per 550 pagine, rievocandomi infanzia e supereroi e arricchendo il blocco note della musica che entrerà nel mio ipod. Cristono di default dopo Bologna, ma alla fine si arriva puntuali. Profumo di casa a casa della persona che si ama, quasi niente di più bello.

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