giovedì 10 febbraio 2011

uomini e cani


- Adam, Colombo era... ebreo?
- Sì sì, signora Lipowitz, Colombo era decisamente ebreo, ehm, ma era anche italiano. E dunque in effetti non mi fiderei di un italiano. Non dovrebbe neanche lei. Sì, è vero, è un popolo di illuminati, ma hanno leccato lo stivale e ora pretendono che tutti dimentichino e perdonino.
(Adam resurrected, Paul Schrader)

Poiché in Italia Adam resurrected (2008) è uscito contestualmente e virtualmente in due o tre cinema e in pochi dvd solo qualche settimana fa, la mia visione è virtuale anch'essa: rendiamo grazie al mulo e malediciamo a dovere le miserie di questo piccolo paese ché, con i suoi piccoli mezzi, la One Movie di più non poteva fare (ehm, magari tradurre il titolo? vabbè). Direte: un altro film sulla Shoah? cheppalle! E no, cari. Qui non siamo dalle parti accomodanti e televisive delle piatte fiction da multisala, qui abbiamo un grande regista-sceneggiatore spesso ingiustamente scacato dai più, un Jeff Goldblum mattatore in stato di grazia, un ragazzo selvaggio (Tudor Rapiteanu) che ammorbidisce e sentimentalizza senza spezzare la crudezza del messaggio, un Willem Dafoe che fa quello che ci si aspetta da Willem Dafoe. Il tutto immerso nell'Israele degli anni Sessanta, in un ospedale psichiatrico per sopravvissuti allo sterminio dove un ex clown tenta di uccidere i suoi fantasmi e i suoi sensi di colpa. A tratti ci vuole stomaco, in ogni momento richiede testa e anima. Recuperatelo.

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