domenica 8 maggio 2011

negli anni settanta per me mighty significava mitico


A volte mi stupisco ancora, leggendo le recensioni. Tutti a meravigliarsi di Kenneth Branagh regista di Thor, quasi nessuno a stupirsi di Sam Raimi alle prese con l'Uomo Ragno o Bryan Singer con gli X-Men. Segno che nessuno di lorsignori ha mai preso in mano un fumetto dei supereroi; o peggio magari l'ha dimenticato, o ha fatto finta di. Branagh ha rielaborato in modo eccellente tanto Shakespeare, il quale quasi sei secoli fa, con il genio di cui era capace, ha giocato con la storia, con i miti, con le famiglie, con il sangue: chi meglio di lui avrebbe potuto affrontare la reincarnazione Marvel di un mito scandinavo? Purtroppo la ciambella è riuscita a metà: il film funziona molto bene su Asgard, moto meno quando si svolge sulla Terra. Non basta la bravura della maggior parte degli attori (Tom Hiddleston su tutti, persino su Anthony Hopkins), non bastano le suggestive scene di battaglia: la Portman è più insopportabile del solito, le inquadrature sghembe sono inutili, il 3d serve solo a spillare soldi. Dopo i titoli finali c'è anche stavolta una coda: sappiatelo, anticipa poco o nulla. E Nick Fury nero, io, non riesco ancora a capirlo.

5 commenti:

  1. Chi è quello sulla destra che assomiglia a Brad Pitt?

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  2. Branagh e il suo Hamlet... un capolavoro tanto unico quanto raro (a parer mio) ^^

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  3. A me non è piaciuto, ma manco pegnente. (Ma concordo su Tom Hiddleston, un musetto inquietante et affascinante, da tener d'occhio).

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