martedì 28 giugno 2011

ce parigi tenéve lù mare


Mentre negli Usa è tempo di blockbuster (non il negozio, i filmoni! ma minchia ma vi devo spiegare tutto?), qui si nicchia aspettando l'ultimo Erripotte (vivaddio, e lo dico da fan) e quell'ennesima minchiata di transformer (che mi stavano sul cazzo come giocattoli quand'ero bambino figuriamoci mò da film). Poi dici: vabbè, c'è un film francese divertente, Le donne del sesto piano, andiamo... ma ahimè te ne penti dopo dieci minuti. Venti, su, ché gli dai ancora il beneficio del dubbio. No, non si può soffrire una commedia se è innocua, da qualunque nazione provenga. Sennò stavo a casa e mi cercavo un pieraccioni qualsiasi. E invece sto qua, a pensare «povero Lino Banfi, Fabrice Luchini comincia a somigliargli». Il resto è Natalia Verbeke (grazie al cielo!), la Francia anni Cinquanta, De Gaulle alla radio, qualche schizzetto reazionario, padroni buoni e scemi, stereotipi sui francesi, stereotipi sugli spagnoli, Carmen Maura che te la ricordi con Almodóvar e un po' ti intristisce che stia lì a fare la spagnola che fa la spagnola. Un po' come i toscani che devono fare i toscani. Un po' come Pieraccioni. E allora forse tutto torna.

1 commento:

  1. sai che sto iniziando a preoccuparmi seriamente?perchè io carmen maura nemmeno ci avevo fatto caso, che fosse carmen maura. mah.

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