mercoledì 31 agosto 2011

una botta e via


Il dottore è giovane, svizzero e raffreddato, l’accento mi ricorda «Tu mancia» e il post di poison, ma resto serio. Spalma il gel, passa e ripassa, fa la faccia concentrata, poi gira il monitor in modo che possa vedere anch’io. Infrazione alla costa. Senti come suona: in-fra-zio-ne. Ma come, ma se le multe che ho preso si contano sulle dita di due mani! Infrazione: piccola frattura, tanto piccola che c’è solo da aspettare che passi. Ma lei ha avuto un trauma? Mi verrebbe da chiedergli «in che senso?». Comunque no.

lunedì 29 agosto 2011

il dono usato della perplessità


Mai capito agosto. Mese della solitudine, quasi sempre. Da ragazzino noi si partiva prima, si tornava prima. Agosto era caldo infernale e spiaggia senza conoscenze. Era voglia di tornare a scuola, ché almeno c'era qualcuno. Dopo, mica tanto diverso. A pensare un agosto sensato mi viene in mente Londra, 1992. E Francia, 1999. Poi vennero gli agosto lavorativi, i finti weekend lunghi, la quaresima degli scazzi. Settembre è sempre stato il mio preferito, poche palle. Sarà che ha ragione il Poeta con quella storia che «ti siedi e pensi e ricominci il gioco della tua identità, come scintille brucian nel tuo fuoco le possibilità», sarà che c'è quell'altra santa don(n)à secondo cui «è tempo di imparare a guardare, è tempo di ripulire il pensiero», sarà che c'è il mio compleanno. Compleanno che, essendo fatto di regali, non può portarmi brutti pensieri.

venerdì 26 agosto 2011

lo chiameremo andrea


A dispetto dell’alcool e del caffè, le mie analisi sono quelle di un giovane virgulto. Quanto alla radiografia, ci sono rimasto un po’ male: il cd non è compatibile col mac e le quattro righe di referto sono aria fritta di un medico troppo scrupoloso o troppo sapientino. In ogni caso, neanche uno straccio di motivo sul simpatico dito piantato in mezzo alle costole (ché quella più o meno è la sensazione). Farò l’ecografia. Appena conosco il sesso, giuro che ve lo comunico.

mercoledì 24 agosto 2011

nell'attesa che venga quel giorno (ma ora no)


No, non è un post sulla verginità. No, non sono stato in ferie. È che dopo qualche secolo ho fatto un po’ di esami sangue-urine e una radiografia. Male, parecchio, in zona mammaria destra. Colecisti? Troppo in alto. Costole incrinate? Come? Il mistero forse si dipana domani. In compenso mi prodigo in cappelle, la mia stupidità è amplificata e fa ancora più male. Non solo a me. Non è una scusa, ma scusa.

giovedì 18 agosto 2011

and the winner is kevin spacey


È o non è uguale al vostro presidente del consiglio? Altro che Ettore Andenna coi capelli di Pippo Baudo, è proprio lui. Forse un pelo più di panza, forse. Splendido mattatore di un filmettino carino da fine estate, Horrible bosses (no, il titolo italiano no, mi rifiuto ancora una volta). Dove i tre capi cattivi (che tre sfigati cercheranno di uccidere complice un divertente cameo di Jamie Foxx) sono per l’appunto Spacey, Jennifer Aniston dentista ninfomane (urge decifrarne le tette, qualcuno ha delle foto?), Colin Farrell abbruttito (e abbrutito) cocainomane con riporto. Qualche scena molto divertente (tutta la sequenza a casa di Kevin Spacey), Charlie Day una spanna sugli altri due sfigati, qualche battuta uccisa senza alcun motivo (per dire, se la spieghi, quella su Delitto per delitto non fa ridere: asino!).

martedì 16 agosto 2011

ignudi tra i nudisti


Mattù, Dantès, che ci fai a 1400 di quota? Terrone nato in ammollo, tu, cosa ci trovi? Beh, me lo chiedo tutte le volte. Tutte le (poche, in verità) volte che mi ritrovo nel nulla di un silenzio circondato da boschi, la macchina che arranca nell'anarchia delle marce, strade strette e clacson e speriamo che nessuno arrivi dall'altra parte. Però. Però ci sono i ruscelli, e gli alberi. Una sensazione che qualche minchia definirebbe infantile, che io chiamo primordiale, di gratuità di quell'acqua, di quella frutta. E poi i sentieri ad anello. Che vai, magari ti perdi, ma c'è sempre qualcuno a cui chiedere. E alla fine tutto torna, anche un dettaglio che sembrava inutile, anche quello che credevi di non capire. Come in un romanzo di García Márquez.

mercoledì 10 agosto 2011

ch'anco tardi a venir non ti sia grave


Domenica sera di quelle già stigmatizzate dal Poeta, tra scazzi, incomprensioni e «Cazzo domani si lavora». Aperitivo riconciliante con se stessi, forse anche con un pezzetto di mondo. Accanto a noi un quartetto di quindicenni che sembra una brutta riedizione di Yuppies: ci sono il fighetto, lo sfighetto, il furbetto, quello che si accoda finché va bene. Il furbetto lo riconosci dai vestiti casualmente casual e sfardati; è quello che vuole la bottiglia di bolle, e se costa 50 ce li mette lui e non se ne parli più. Meditano la festa dei 16 anni, parlano di affittare una cascina, euro a tre zeri senza battere ciglio. Li conosco, li ri-conosco, amici di amici un quarto di secolo fa non erano molto diversi. Questi però mi mettono un po’ più tristezza. E almeno in Yuppies 2 c’era Boldi che vestito da suora urlava «Non sono mia sorella, non sono mia sorella»: una stronzata che - faccio outing - mi smuove da 25 anni una irrefrenabile, minchiona, risata liberatoria.

lunedì 8 agosto 2011

un bacio non dato, l'amore pensato


Conoscevo poco Gazzè, ma se scrivi cose come Annina o Il timido ubriaco, o t’inventi un finale geniale come quello di Cara Valentina, hai la mia stima quasi a vita. Così sabato siamo andati al concerto. E lo spettacolo, ancora una volta, c’è stato anche prima. Dietro di noi, ingegnere sui 50 malportati, versione alta e casual del Pinguino di Batman, si parla addosso e si racconta con punte adolescenziali che lasciano un tenero sgomento da rivincita dei nerds. Ad ascoltarlo con devozione c’è un trentenne che, se non fosse altrettanto nerd, potrebbe essere anche carino; parla poco e ha rimpianti e nostalgie che sembra doppiato da una canzone di Max Pezzali. Penso che se si scoprissero gay, sarebbero una coppia perfetta. Temo che invece il Pinguino continuerà a inseguire inutilmente la sua idea di amore infermiera dell'Avis, mentre la canzone di Pezzali continuerà a sognare la coppia perfetta dal liceo per la vita.

giovedì 4 agosto 2011

dove eravamo


Era la mia prima vacanza estiva rosicchiata al lavoro, un weekend lungo alle Cinque Terre con la DRFM, la sua macchina nuova, il mare, le camminate, quel ristorante in un paese deserto, piccole sale e un balconcino e un panorama tutto nostro. Tornavamo la sera e la tv ci investiva con una violenza fascista, crudele e inconcepibile, la realtà e il suo contrario, voci che si accavallavano mentre un ragazzo morendo diventava santo o criminale appena 100 chilometri più a ovest. C’era più dell’impotenza: come un senso di colpa, un sentirsi fuori luogo, fuori contesto. Ci guardavamo, ci prendevamo per mano, sperando che l’amore cancellasse quella mostruosità, o almeno ce la facesse dimenticare.

martedì 2 agosto 2011

a horse with no shame


Lei, dice, ha una paura, forse solo traslata, di farsi male. Io ho una sola paura: di fare una figura di merda. Il giro del tondino sa di circo dimesso, persino un paio di spettatori che poi vanno via, quando la bambina rotondetta e inutilmente in tiro è pronta a tornare a casa. La ragazza è sicura, simpatica, il mantra che ripete non è casuale, bacchetta a tempo ogni movimento sbagliato, chissà da quanto tempo, per quanta gente, in questo pezzo di campagna a due chilometri da casa, fuori ma ancora dentro al bdcdP. Chissà cosa pensano i cavalli. Questo, cavallo. Che sopporta la mia discesa ardita, agile come Fantozzi con la schiena bloccata. Un cavallo cui ho paura di far male con i talloni, che non so se e come toccare, come una donna che ti piace ma di cui temi il rifiuto. Un cavallo che finito il suo turno si piazza davanti alla stalla, cosce aperte, e piscia, come un cartellino d'uscita, un torrente in piena.